Ieri ho portato i miei alunni al parco. Mentre godevo della loro contentezza mi continuavano a tornare in mente le parole “tirannia dei più giovani, bambini e ragazzi”, frase letta su Repubblica in un dibattito che ha recentemente animato la rubrica di Corrado Augias a partire da un articolo del filosofo Recalcati.
Essendo una docente e vivendo a strettissimo contatto con i più giovani, quella rubrica – “Perché i genitori devono dire no” – mi aveva subito incuriosito. Ad oggi, avendo continuato a seguire il carteggio sul quotidiano, il senso di soffocamento è totale e voglio gridare quanto segue con la forza che i miei alunni mi trasmettono.
I bambini non sono tiranni: loro se ci vedono con gli occhi lucidi piangono, se siamo felici si appassionano, percepiscono subito la realtà interna vera degli adulti che hanno davanti e capiscono immediatamente se possono fidarsi o se li deluderemo alla prima occasione.
I bambini non sono tiranni: alcuni li vedo arrivare in classe tristi, stanchi oppure agitati, insofferenti ed angosciati. Hanno gli occhi grandi che qualche adulto cerca di spegnere. Inutile che io mi metta a fare lezione perché non riuscirei mai a farli appassionare allo studio e sostengo con certezza che a nulla serve un atteggiamento duro fatto di “no”. Ogni volta la sfida nel voler capire cosa provoca sofferenza in ciascuno di loro e la risposta è sempre la stessa: è la tragedia degli adulti che hanno accanto – genitori o simili – che hanno perso la loro dimensione più bella. Sono madri o padri anaffettivi, assenti, distanti anni luce dal mondo delle emozioni autentiche e sincere dei loro figli. Adulti che hanno “dimenticato” di essere stati bambini anche loro.
Pertanto, in qualità di docente, ritengo che i termini della ricerca che ha animato il quotidiano Repubblica debbano essere totalmente capovolti e guidati da altre domande, quali ad esempio: A cosa reagisce questo bambino agitato? Perchè questa alunna arriva in classe così triste? Perché un ragazzo improvvisamente decide di non andare più a scuola? A cosa o meglio a chi si stanno ribellando questi adolescenti?
I bambini non sono tiranni, semmai sono spesso vittime della freddezza degli adulti che non sono in grado di “sentirli” nel senso di ascoltare le loro emozioni. Ecco la tragedia, duplice: molti adulti, oltre a far crescere delle nuove generazioni che ricalcheranno il modello malato della loro vita basata sulla freddezza e sulla razionalità, si perdono il mondo più bello, ossia la realtà interna dei bambini che rappresenta un oceano senza fine in grado di arricchire le giornate di quegli adulti che, fortunati come me, provano i brividi a vederli sereni e a volte non dormono la notte pensando a come fare la mattina seguente per inventare il meglio per loro.
I miei alunni non sono tiranni ed hanno occhi brillanti e pieni di gioia di vivere.